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'Nel 2024 presenze record ma pesa caro prezzi'
Rio (Demoskopika), fiaccato mercato domestico ma bene stranieri
(di Cinzia Conti) "Secondo l'Istat, nel 2024 l'Italia ha registrato complessivamente 129,3 milioni di arrivi e 458,4 milioni di presenze turistiche, generando una tendenza opposta nell'analisi dei flussi: arrivi in calo (-3,3%) e presenze in aumento (+2,5%). Se si entra "a gamba tesa" nell'analisi emerge che a trainare il risultato parzialmente positivo sono solo i turisti stranieri. Sul versante opposto, il mercato domestico ha subìto una più che significativa battuta d'arresto: -7,6% arrivi e -2,2% presenze. In altri termini, nel 2024 sono quasi 5 milioni gli italiani in meno ad aver trascorso le vacanze in un esercizio alberghiero o extra-alberghiero del Belpaese. Una perdita dell'appeal domestico che non può essere taciuta ma, al contrario, va affrontata consapevolmente senza allarmismi o tifoserie. Servono interventi decisi e tempestivi per rilanciare il turismo italiano e riconquistare la fiducia dei viaggiatori nazionali". Così Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, in un'intervista rilasciata all'ANSA in merito alle stime più recenti sull'andamento dei flussi turistici diffuse dall'Istat per il 2024. Cosa indica il contrasto tra la riduzione degli arrivi e l'aumento delle presenze? "La divergenza tra arrivi e presenze turistiche delinea una situazione complessa e di significativa rilevanza strategica ed economica. L'aumento delle presenze indica una permanenza media più estesa, generando benefici economici diretti tramite una maggiore spesa turistica pro capite. Questo incremento comporta effetti positivi tangibili per l'economia locale, facilitando una maggiore stabilità finanziaria per le strutture ricettive e stimolando investimenti mirati al miglioramento qualitativo e alla diversificazione dell'offerta turistica. Tuttavia, il significativo calo degli arrivi domestici costituisce una criticità rilevante, indicando una perdita di appeal delle destinazioni nazionali. Questo fenomeno potrebbe portare a una maggiore esposizione del sistema turistico alle variazioni della domanda internazionale, riducendo la diversificazione dei mercati di riferimento e compromettendo la sostenibilità degli investimenti realizzati, con possibili ripercussioni negative sull'occupazione e sullo sviluppo economico-territoriale". A quale fattore è principalmente attribuibile la contrazione del turismo nazionale? "Il calo della domanda interna è prevalentemente riconducibile a fattori macroeconomici, in particolare all'inflazione persistente che ha ridotto significativamente il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Questo scenario ha limitato le risorse disponibili per spese discrezionali come viaggi e attività turistiche. Tale situazione è stata ulteriormente aggravata da aumenti significativi dei prezzi in settori chiave per il turismo, tra cui trasporti, pacchetti vacanza, strutture ricettive e ristorazione, che hanno reso le destinazioni nazionali meno competitive e fiaccando l'appeal domestico". Quali esempi mostrano chiaramente gli effetti negativi dell'aumento dei prezzi sul turismo interno? In primo luogo va evidenziato che nel 2024 la dinamica dei prezzi delle principali voci del paniere turistico è cresciuta mediamente ad un ritmo tre volte più sostenuto rispetto all'inflazione generale. Scendendo nel dettaglio, è sufficiente rilevare la variazione di alcune voci nell'ultimo biennio per osservare una dinamica dei prezzi più penalizzante per il mercato domestico. E così nel 2024, ad esempio, i pacchetti vacanza hanno registrato un incremento del 10,7% con quelli nazionali a +16,6% a fronte di quelli internazionali a +0,6%. E, ancora, i voli nazionali sono stati caratterizzati da una contrazione pari all'1,5% a fronte di una flessione decisamente più rilevante dei voli internazionali (-7,1%). Non si può trascurare, inoltre, la dinamica dei prezzi al rialzo sia per i servizi di alloggio (alberghi, B&B, affittacamere, etc.) pari al 5,2% che per i ristoranti (+3,5%). In questo scenario è utile inserire anche il clima di fiducia delle imprese operanti nei servizi turistici che, secondo l'Istat, ha registrato una contrazione del 7,7% nel 2024 rispetto al 2023. I dati provvisori dell'Istat hanno confermato le previsioni di Demoskopika? "Le previsioni di Demoskopika per il 2024 avevano delineato uno scenario di contrazione degli arrivi (-2,5%) e una sostanziale tenuta delle presenze, con una previsione che indicava una situazione vicina alla stabilità (-0,4%). Dunque, sull'andamento delle presenze, le previsioni di Demoskopika sono risultate più pessimistiche rispetto allo scenario emerso. Ma la tendenza interessante da evidenziare è che le nostre stime avevano già identificato con chiarezza la significativa contrazione del mercato turistico interno".
A.Agostinelli--CPN