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Africa, il Dna degli gnu indebolito dalle mancate migrazioni
Bloccate da strade, recinzioni e fattorie
Le imponenti e iconiche migrazioni annuali degli gnu attraverso l'Africa divenute familiari grazie a documentari e film d'animazione stanno scomparendo, bloccate dalla presenza di strade, recinzioni, fattorie e città in espansione. La conseguenza preoccupante è che l'impossibilità a spostarsi sta indebolendo il Dna di questi animali, portando a una minore diversità genetica, un maggiore isolamento e più incroci tra consanguinei. Lo ha scoperto lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e guidato dall'Università di Copenhagen: anche se ciò non pone gli gnu in immediato pericolo, nel lungo termine il declino genetico li lascia meno attrezzati per far fronte agli effetti dei cambiamenti ambientali, come l'attuale crisi climatica. I ricercatori guidati da Rasmus Heller, Xiaodong Liu e Mikkel Sinding hanno analizzato il genoma completo di 121 esemplari appartenenti a diverse popolazioni, coprendo il loro intero areale che va dal Sud Africa al Kenya. "La conclusione è chiara: l'effetto negativo complessivo è evidente negli gnu a cui è stato impedito di migrare, indipendentemente da dove vivono nel continente", afferma Liu. "I nostri risultati mostrano chiaramente che le popolazioni di gnu che non migrano più sono semplicemente meno in salute dal punto di vista genetico rispetto a quelle che continuano a migrare", aggiunge Heller. "E questo indebolisce le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine". Inoltre, gli gnu dipendono dalle migrazioni per sostenere le loro popolazioni estremamente numerose. Dunque, quelle ora impossibilitate negli spostamenti hanno visto ridurre drasticamente il loro numero. "Lo gnu è una specie chiave per l'ecosistema: mantiene la vegetazione sana, trasporta e distribuisce i nutrienti e fornisce cibo per i predatori", prosegue Joseph Ogutu dell'Università tedesca di Hohenheim, co-autore dello studio. "Pertanto, ad essere minacciato non è solo questo animale, ma anche molte altre specie".
T.Morelli--CPN