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Un test svelerà se l'universo è davvero uguale dappertutto
Potrebbe aprire un nuovo capitolo della cosmologia
Un test potrà svelare se la struttura dell'universo è davvero uniforme e uguale dappertutto, come afferma il Modello Standard della cosmologia, la teoria principale che oggi spiega l'origine, l'evoluzione e lo stato attuale del cosmo. Il test è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori guidato dall'Università sudafricana di Western Cape, che utilizzeranno le osservazioni fatte da strumenti avanzati come Euclid, il telescopio spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea, il quale sta realizzando la più dettagliata mappa 3D dell'universo. Se il nuovo metodo, descritto sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, dovesse individuare invece delle anomalie, potrebbe aprire un nuovo capitolo per la cosmologia, portando ad una revisione anche profonda del Modello Standard. L'omogeneità dell'universo su larghissima scala è alla base del cosiddetto Principio Cosmologico. "Vedo il Principio Cosmologico come una sorta di dichiarazione di umiltà estrema", dice James Adam, che ha guidato i ricercatori. Il Principio, infatti, sostiene non solo che non ci troviamo al centro dell'universo, ma che un centro vero e proprio non esiste nemmeno. Questo assunto è stato tuttavia messo in discussione da alcune osservazioni recenti, come le misurazioni contrastanti del tasso di espansione dell'universo. È per verificare la fondatezza di queste anomalie che gli autori dello studio hanno sviluppato un nuovo metodo, che sfrutterà le lenti gravitazionali deboli: userà cioè l'effetto di distorsione dovuto alla materia presente tra noi e una galassia molto distante, che piega la luce a causa della forza di gravità alterando la forma dell'oggetto più lontano. È lo stesso fenomeno alla base del rarissimo anello di Einstein appena scoperto proprio da Euclid: in quel caso, la lente gravitazionale responsabile è di tipo forte, mentre per valutare l'omogeneità cosmica serviranno lenti deboli, che producono effetti distorsivi molto più piccoli. Se il test dovesse confermare le anomalie osservate, bisognerebbe modificare il Modello Standard, ma non sarebbe un processo facile: esistono già modelli teorici alternativi che possono spiegare queste alterazioni, ma nessuno di questi è solido o ampiamente accettato come quello Standard. Tuttavia, qualsiasi revisione dipenderebbe anche dall'entità delle anomalie: "Potrebbe trattarsi di una revisione seria - conclude Adam - oppure solo dell'aggiunta di un piccolo termine qua e là".
T.Morelli--CPN