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Science lancia l'allerta, iniziata la fuga di cervelli dagli Usa
Già aumentate le domande in Germania
E' iniziata la fuga di cervelli dagli Stati Uniti dopo i tagli alla ricerca e alle università imposti dall'amministrazione Trump: a lanciare l'allerta è l'editoriale della rivista Science, che segnala come gli scienziati negli Usa stiamo ormai cercando opportunità in altri Paesi con un maggiore sostegno pubblico alla ricerca. E' il caso della Germania, dove una delle principali istituzioni nel campo della ricerca di base, la società Max Planck, ha visto aumentare le domande da parte di ricercatori Usa e di tutta risposta si sta attrezzando per ampliare i propri programmi in modo da accoglierli. "Anche altri Paesi in Europa con ecosistemi di innovazione in rapida crescita, tra cui l'Eth di Zurigo e l'Università di Oxford, trarranno probabilmente vantaggio dallo spostamento di talenti di alto livello dagli Stati Uniti. Ciò sta minando decenni di investimenti nella ricerca statunitense", scrivono nell'editoriale Stefan Raff-Heinen e Fiona E. Murray della MIT Sloan School of Management. "Gli attuali tagli ai finanziamenti non sono solo una questione accademica, ma una preoccupazione economica e di sicurezza nazionale", sottolineano gli esperti. "Senza un sostegno federale duraturo, il Paese rischia di perdere il suo vantaggio tecnologico, minacciando la competitività economica e la sicurezza nazionale". Gli Stati Uniti, prosegue l'editoriale, "hanno costruito il loro predominio tecnologico investendo nel lungo periodo, in settori come semiconduttori, tecnologia aerospaziale e vaccini a mRna. Il governo, i filantropi e le università hanno finanziato le frontiere della conoscenza, seminando innovazioni nel campo del deep-tech. I capitali di rischio, le aziende e i clienti governativi hanno quindi guidato la crescita di queste imprese. La leadership statunitense ha anche posto il Paese in prima linea nello sviluppo di politiche e normative per le nuove tecnologie. Ora rischia di perdere un posto di rilievo anche a questo tavolo". Raff-Heinen e Murray raccomandano quindi alle università americane di "adottare misure decisive ora, diversificando le fonti di finanziamento, rafforzando le collaborazioni con il settore privato e impegnandosi nel dialogo politico, per preservare l'ecosistema" che finora ha permesso lo sviluppo dell'innovazione.
D.Philippon--CPN