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Dai nanomateriali la nuova arma contro l'antibiotico-resistenza
Grazie al progetto europeo BactEradiX coordinato dall'Italia
Arriva da nanomateriali avanzati la nuova arma per combattere il fenomeno sempre più grave dell'antibiotico-resistenza, che rende le infezioni provocate dai batteri molto più difficili da curare: questi materiali sono infatti in grado di rompere i cosiddetti biofilm batterici, cioè quelle strutture in cui si aggregano i microrganismi per proteggersi dall'attacco del sistema immunitario e dei farmaci. La messa a punto di questa tecnologia si deve al progetto europeo BactEradiX coordinato dall'Università di Bologna e finanziato con 3 milioni di euro dal programma Pathfinder del Consiglio Europeo dell'Innovazione (Eic). L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato l'antibiotico-resistenza come una delle dieci principali minacce per la salute pubblica a livello globale. "La resistenza agli antibiotici colpisce milioni di persone in tutto il mondo - afferma Paolo Blasi, professore dell'Ateneo bolognese che coordina il progetto - e mette a repentaglio i progressi della medicina". I biofilm batterici, in particolare, sono uno dei nemici più pericolosi e difficili da combattere. "I biofilm sono tra le principali cause dei fallimenti di molti approcci terapeutici - commenta Blasi - e favoriscono lo sviluppo della resistenza ai farmaci, rendendo sempre più difficile sconfiggere le infezioni". È per trovare una soluzione a questo problema che i ricercatori del progetto BactEradiX hanno sviluppato una soluzione tecnologica innovativa, capace di offrire risposte rapide e adattabili per distruggere i biofilm. Il progetto si sta in particolare concentrando su Staphylococcus aureus, uno dei batteri più pericolosi che può causare malattie anche molto gravi, e Pseudomonas aeruginosa, le cui infezioni vengono spesso contratte negli ospedali. "La tecnologia sviluppata da BactEradiX consentirà una risposta rapida a queste minacce - aggiunge Blasi - permettendo di ridurre i costi sanitari associati alle malattie infettive e favorendo lo sviluppo di nuovi antibiotici efficaci e sicuri".
C.Smith--CPN